Congruenza o felicità?

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Mi colpì anni fa la lettura del libro “Conversazioni con Dio” di Neale Donald Walsch, e anche alcuni video su youtube, in cui diceva:

”Se mangiare un panino col salame ti rende felice, mangialo!”

Così come il formatore con cui ho fatto il pratictioner e il master PNL, Andrea Favaretto, ti invita –  anche se sei vegetariano –  a mangiare carne se ti va una tantum , senza sentirti in colpa e soprattutto, senza smettere di pensarti vegetariano perché hai derogato ad una regola che ti sei auto imposto per motivi tuoi, che non stiamo qui ad indagare.

La cosa che noto, su di me e sulle persone che seguo e  in generale, su tutti, è questo bisogno di dimostrare di essere congruenti. Un bisogno che nasce da una delle leggi che ha così ben descritto Robert Cialdini nel suo libro “Le armi della persuasione”. Pensiamo no, diciamo si, perché il nostro interlocutore ci manipola attraverso le regole della congruenza e della riprova sociale. A volte quell’interlocutore che ci manipola, anzi, il più delle volte, siamo noi stessi.

Faccio qualche esempio di congruenza così, per capirci meglio:

”Quando vado all’estero io scelgo sempre di viaggiare con guide italiane, perché così capisco tutto e mi godo il viaggio!”  Effetto negativo di questa congruenza? Non vado in posti dove non ci sono guide italiane, perdendomi una fetta di mondo, ma cambiare idea, mai.

“Ho stabilito che nel fine settimana sto esclusivamente con la famiglia, quindi, anche se mi offrissero una vacanza premio, senza la mia famiglia, non ci andrei mai!”

“Io non mangio cibo cinese, non l’ho mai mangiato, né mai lo mangerò!”

“Io leggo solo libri sullo stress in forme estreme. I romanzi non mi interessano”

Potrei continuare, ma penso di aver reso l’idea.

Il bisogno di congruenza è fortissimo del tipo:”Quando io dico che faccio una cosa, poi la faccio, chiaro?” la congruenza arriva ad essere in certi momenti, sovrapposta all’identità, ovvero in una frase è tutto quello che diciamo dopo:”Io sono Susanna e sono …”  A volte nella vita abbiamo fatto delle scelte giuste e questa congruenza diventa ancora di più identitaria. Ci fa crescere in autostima,  da un senso alle nostre  azioni e ci fa sentire bene. Altre volte la scelta che abbiamo operato in base a questa congruenza con noi stessi, si rivela errata, ci priva di libertà, di amore, ci priva di cose che vorremmo e forse dovremmo avere nella nostra vita, per completarla, per esplorarla, per fare ciò per cui siamo nati. Ma il bisogno di congruenza, legato all’identità è un bisogno fortissimo e a negarlo, sbarelliamo. Minare la nostra congruenza diventa minare quasi il senso stesso della nostra vita.

Così, scegliendo la sicurezza di ciò che pensiamo di essere, neghiamo ad una grossa fetta della nostra personalità, di emergere.

Vi lascio con questa domanda:

“In che modo , in quale aspetto della mia vita quella che credo congruenza con me stesso, mi sta privando di qualcosa di meraviglioso che potrebbe esistere, se solo lasciassi andare questo bisogno di sentirmi congruente con tutto quello che sono stato fino ad oggi?

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