Bambini frustrati e aggressivi? Aiuto!

68641089_2ee791a9aa_mMi capita sempre più spesso di vedere genitori vessati dai figli. Bambini urlanti costringono i genitori a fuggire da ristoranti, supermercati, feste pubbliche o private.

A volte addirittura vengo a sapere di bambini che alla tenera età di 12/18 mesi, già aggrediscono la mamma o il papà a morsi.

Diciamo subito che il bambino, a meno che non cresca in una famiglia aggressiva e sia percosso, non sa che percuotendo o mordendo, fa male.  Attenzione, non vi sto dicendo di picchiare o mordere, non sia mai.

Vi sto dicendo che il bambino, per fortuna, nella maggior parte dei casi, conosce il dolore fisico attraverso una caduta, un movimento inaccorto, ma non sa che, se vi percuote o vi morde, vi sta facendo male.

Qui però, non voglio parlarvi della loro percezione del dolore, che, come tutti noi, avviene per esperienza pratica diretta, batti il mignolo del piede sulla zampa del tavolo e vedi le stelle. N.

Qui è utile parlare del fatto che, dai cosiddetti “terribili due anni” in poi – fenomeno che in America è riconosciuta come una vera e propria pre-adolescenza –  i bambini, se non educati adeguatamente prendono il sopravvento, rendendo la vita dei genitori un vero inferno!

Ecco gli elementi in gioco ed alcuni esempi che avrete potuto vedere o esperire:

  1. Un bambino non ha fretta, non deve fare la spesa, pulire casa, arrivare puntuale al lavoro. Ha tutto il tempo del mondo per estorcervi ciò che vuole e non mollerà, se non sapete che fare per domarlo.
  2. Un bambino legge il vostro linguaggio del corpo. Mi spiego: se a voce gli dite “NO!” e con la faccia ridete, lui penserà di essere molto figo, o divertente o che a voi la cosa piaccia e lo rifarà. Questo perché non siete congruenti. Il bimbo non capisce il vostro no. Gli risulta:”Si fallo, ci diverte un sacco quello che fai, fallo ancora!”
  3. Il bambino fa un capriccio, ad esempio state spingendo l’altalena, vi squilla il cellulare e rispondete. Il bambino vi chiede di spingerlo ancora, voi dite 3 no di fila, ad ogni no, un grido e un pianto finto più acuto del bambino. Alla fine mollate e tornate a spingerlo. Cosa capisce il bambino? Che a voi piace questo sistema. Come il cane di Pavlov, senza sapere chi di voi due è il cane e chi lo scienziato, vi condizionate a vicenda in un comportamento stressante e improduttivo.
  4. Siete al ristorante. Il bambino non vuol stare seduto e comincia a fare il carosello intorno ai tavoli, rischiando di buttare a gambe all’aria i poveri camerieri che servono il desinare. Voi, esasperati gli date il cellulare per giocare. Vi pare il male minore. Non lo è.
  5. Il bambino è immerso nel gioco con i suoi amichetti. Vi accorgete che è tardi dovete correre a comprare qualcosa per cena e gli dite:”Fra cinque minuti andiamo via!” Il bambino grida “No, No, No! Non voglio andare via!!!” E mentre vi avvicinate per mettergli il cappotto minaccia di picchiarvi, vi prende a brutte parole gridando come un ossesso.
  6. La vostra meravigliosa creaturina di poco più di un anno, ha deciso che da oggi non vuol più mangiare sullo seggiolone, vuole mangiare seduta al centro della tavola, maneggiando tutto, bicchieri vostri, piatti vostri col contenuto da rovesciare, pentole in cui pescare. Se provate a metterla sullo seggiolone, decide che non mangerà più, né ora né mai.

 

Ecco vi ho fatto questo esempio e, sono certa, qualcuno vi sarà capitato, vi capita o lo avete visto accadere diverse volte.

Un bambino molto piccolo non è razionale, non potete spiegargli perché “questa cosa non si fa”. Un bambino  sotto i due anni, va  dissuaso in modo fermo.

In ogni modo e qualsiasi età abbia, mai fare trattative del tipo “Se fai questo allora io ti do quello!” Sapete perché? Perché  vede nella trattativa una breccia in cui insinuarsi.   Un punto debole del genitore. Non per nulla esiste il proverbio “Dagli un dito, si prende il braccio.” E’  esattamente così che succede.

Cedi una volta e sei finito, come autorevolezza intendo. Share on X

Con questo non voglio dire che dovete diventare dei dittatori, ma che dovete porre molta attenzione a cosa dire e come dirlo. Il “cosa” è: breve spiegazione e gestione della frustrazione. Esempio pratico: il bimbo vuole assolutamente una cosa, se a vostro giudizio la sua richiesta non è ragionevole, qualunque età esso abbia è buono dire cose di questo genere:”Ti capisco, vuoi questa cosa, mi dispiace, so che sei arrabbiato perché la vuoi proprio, ma non è possibile!” Non spiegate perché non può averla, non è in grado di capire se non ha raggiunto almeno i quattro o cinque anni.

NON giustificatevi, dite “Ti capisco” ma non empatizzate col problema, solo con lui. Capite che è arrabbiato, ma non potete dargli quello che chiede.

Se il bambino è aggressivo, vi minaccia, vi insulta, vi percuote o vi morde, siate fermi.  Impeditegli di farvi del male. Non c’è bisogno di alzare la voce, sarete molto più efficaci se non alzate i toni. Se la sua  voce acuta i suoi capricci, il pianto vero o finto che sia, vi strazia le orecchie –  diteglielo  –  senza minacciarlo, ma fategli capire chiaramente che non otterrà quello che chiede neppure se grida fino a farsi andar via la voce. Questo, continuando a dire che capite la sua rabbia, ma che questa cosa non vi farà cambiare idea. Sono stata chiara? Se non vuole andar via non c’è da parlare tanto, va preso e portato di peso fuori, soprattutto se si sta comportando veramente male. Non rispondete alla sfida che vi lancia con le parole, non cedete alle provocazioni. Non fate voi, i bambini!

Importantissimo: comunicate le vostre emozioni! Se quello che fa vi provoca sensazioni negative, se anche voi vi sentite arrabbiati e frustrati, diteglielo chiaramente. Ad esempio:”Quando fai così, io mi innervosisco!”

Attenzione non dite:”Smettila di fare il piagnone! Sei una lagna, sei stupido, sei …” Tutto quello che comincia con SEI è un giudizio ch riguarda la sua IDENTITA’. Errore grave.

Provate a pensare di fare la stessa cosa con un adulto, come reagirebbe?

 

Mai giudicare la persona. Si a giudicare un comportamento. C’è una differenza ENORME. Share on X

In un altro articolo vi dirò la differenza tra fare ed essere. Anche questa molto importante.

Fatemi sapere che ne pensate! Se lo avete trovato utile.

Bene.  Alla prossima.

 

3 commenti su “Bambini frustrati e aggressivi? Aiuto!”

  1. Grazie, Susy !!! ..utilissimo !!! ..e, nonostante io abbia già letto certi argomenti, mi rendo conto di quanto sia facile, a volte, cadere in errori MADORNALI ( tipo, in momenti di stress, farti scappare un “sei…” invece di un “quando ti comporti così, mi fai innervosire / arrabbiare” oppure dire “NO” dieci volte e cedere all’undicesima, mandando a quel paese tutti gli sforzi fatti fino ad allora etc.. ). E’ proprio un gran lavoro essere un genitore e, soprattutto, provare a farlo nel modo “più corretto” possibile !
    Grazie mille.. un blog utilissimo !!! ..proseguo e sbircio altri articoli che mi sembrano essere interessanti !!!

  2. Pingback: I terribili due anni come sopravvivere? – Due Cuori e una Susanna

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