Ascolto attivo in adolescenza

5285414639_0d034e460b_b

Mi scrive un caro amico, suo figlio, che quest’anno ha la maturità, è stato lasciato dalla ragazza ed è molto giù.

Certo non è un buon momento per perdere l’amore, ma esistono momenti buoni per una privazione amorosa?

La prima cosa che faccio quando mi trovo davanti un cliente con questo problema, è ascoltarlo.

L’ascolto attivo, quando nostro figlio ce ne offre la possibilità, è lo strumento cardine per far si che si aiuti ad uscire da questa empasse emotiva.

Come genitori dobbiamo per prima cosa imparare a gestire la nostra emozione che va trasformata in empatia, ovvero “ascolto il problema, non devo risolverlo io, ma ascoltando  e facendo mirroring, posso  essere uno strumento utile perché mio figlio possa aiutarsi da sé.”

L’ascolto attivo è un ascolto privo di giudizio. Come si fa ad ascoltare attivamente?

  1. Non ti ascolto per dirti cosa fare o non fare.
  2. Non ti ascolto per minimizzare o distrarti dal problema.
  3. Non ti ascolto per fare dei paralleli con quel che succedeva a me alla tua età.
  4. Non ti ascolto per scherzarci su, così ti passa tutto.
  5. Non ti ascolto perché alla fine del nostro incontro sarà tutto passato.

Ti ascolto e come uno specchio cerco di rimandarti indietro in modo neutrale le tue parole.

All’inizio potrà sembrare un po’ meccanico, quindi l’ascolto attivo dovrebbe essere allenato prima di circostanze dolorose come quella di un amore finito. Però, se il problema c’è, la cosa importante è entrare in sintonia, non meccanicamente, ma osservando  la sua fisiologia. Il suo corpo vi dirà se vuole parlarne o no. I suoi occhi vi diranno se ha voglia di confrontarsi con voi. Vi guarda o vi sfugge? In una circostanza di questo genere si può aiutare solo se l’altro vuole il nostro aiuto, per questo consiglio sempre di chiamare in causa un coach dall’esterno. L’adolescente potrebbe pensare di aver sbagliato qualcosa, di essere responsabile del “fallimento amoroso” che sta vivendo. Parlarne con una persona esterna, che sa di non essere coinvolto affettivamente, gli può dare la possibilità di sentirsi più libero.

L’ascolto attivo andrebbe praticato fin dalla nascita, quando nostro figlio piange in culla perché ci vuol vedere e noi traffichiamo per casa. Andiamo lì e gli diciamo: ”Lo so tesoro, tu vuoi che io stia qui con te, ti capisco, ma ho da fare. Vedi questo gioco? Gioca con l’orsetto, intanto mamma canterà una canzone così capirai che sono sempre da queste parti, anche se non mi vedi!” L’ascolto attivo è:”Potrebbe essere questo il tuo problema? Da quello che mi dici, mi pare di aver capito che..”

L’ascolto attivo è una mano che porgiamo, con delicatezza, al nostro interlocutore, con pochi contenuti, solo quelli che ci da lui e nessuna nostra proiezione del tipo:”Ti ha lasciato perché tu sei…” Non cercate di dare delle spiegazioni a ciò che è accaduto. Un dolore amoroso è un dolore amoroso. Ciascuno di noi deve poter elaborare l’accaduto, dargli un senso, un inizio, una fine.  A volte, e questo vale per tutti, restiamo nel dolore perché inconsciamente ci sembra l’ultimo legame rimasto con la persona amata. Alle volte facciamo questa equivalenza complessa: ti amo e tu non ami più me. Ma se io soffro tu sentirai nel tuo cuore la mia sofferenza e tornerai da me.

Insomma, di equivalenze complesse  ne facciamo tantissime. Distorsioni, cancellazioni ne facciamo continuamente, in tutta la nostra vita. Il problema qui è che il ragazzo soffre per la fine di questo amore che è avvenuta unilateralmente. E l’unico modo che abbiamo di aiutarlo è se lui ci permette di essere aiutato.

Quindi, ricapitolando:

osserviamo la sua fisiologia, ci sta chiedendo di ascoltarlo? Il suo corpo, il suo sguardo ci invitano a sederci accanto a lui e ascoltarlo?

Ci ha dato uno spiraglio? Ci ha raccontato qualcosa? Sembra disponibile a parlarne?

Se si, dobbiamo fare un’attenzione grandissima a ciò che lui ci dice. Faccio un esempio:

“Non capisco, fino alla settimana scorsa, sorrisi, mi parlava… adesso mi ha bannato da wattsapp e non risponde ai messaggi!”

Esempio di ascolto attivo: ” Certo questa cosa che mi dici… ti ha bannato  e non ti risponde… ti capisco…”

Non temiamo il silenzio fra di noi. Non incitiamolo a parlarci, ascoltiamo il suo respiro, entriamo in sintonia col suo respiro, ascoltiamo con tutto, le orecchie, il corpo.

Vi assicuro che anche il silenzio è uno strumento di ascolto formidabile.

Il silenzio dice moltissimo. Gli dice che siamo disposti a star lì con lui semplicemente facendogli capire quanto è amato, quanto è rispettato e compreso.

Se siamo stati veramente in ascolto, è probabile che prosegua a raccontarci e noi ascolteremo, ci faremo dire quello che vuole dirci. Noi entreremo nel suo mondo, nella sua mappa, senza cercare di cambiare nulla.

Provate ad immaginare una stanza arredata, vediamo qualcosa che stona, ma non la metteremmo a soqquadro per due cuscini non intonati. Ecco, l’ascolto attivo è la stessa cosa, a volte basta spostare due cuscini perché la stanza assuma un altro aspetto. Con le emozioni è la stessa storia.

Voi non siete coach e non potete utilizzare le tecniche che uso io. Però potete entrare in sintonia nella stanza dei sentimenti di vostro figlio, guardarla insieme, mostrargliela attraverso le sue parole e lui, magicamente potrà spostare quei “due cuscini” per ritrovare un assetto emotivo più sereno.

Non esitare a contattarmi.

Alla prossima

2 commenti su “Ascolto attivo in adolescenza”

  1. Bellissimo articolo Susanna! E come sempre ottimo consiglio 😉 Nel mio piccolo ho già notato i risultati dell’ascolto attivo col mio bimbo di 17 mesi… e speriamo di arrivare preparati all’adolescenza avendo costruito un rapporto di fiducia con i nostri figli. Aspettiamo il prossimo articolo!

    1. Cara Alessia, come dico sempre, chi ben comincia è già a metà dell’opera!!! E voi avete cominciato alla grande. Puoi testimoniarlo anche tu, i percorsi genitoriali apportano minimi cambiamenti, ma che conducono a enormi differenze. Un abbraccio grande!!!!

Rispondi a Alessia Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *