Elogiare e assecondare, funziona?

Ecco uno degli errori che io, come genitore, ho fatto con le mie figlie.

Un errore minore, si penserà, beh a giudicare dai risultati che ottengono le mie figlie nella vita direi di si, però quando noi in un contesto problematico in cui si trova nostro figlio, dimentichiamo la neutralità ed andiamo ad emettere dei giudizi, siano essi positivi o negativi, andiamo comunque ad alterare l’assetto emozionale giusto.

Mi spiego meglio con un esempio.

Ariel torna a casa dalle scuole medie e mi dice:”Mamma, la prof di italiano non capisce nulla, vuole che io faccia il compito come dice lei e non c’è verso che mi capisca, è una vecchiaccia stupida!”

Ora se io per rincuorare Ariel dalla sua frustrazione, sempre per esempio le dico:”Hai ragione, è un’insegnante vecchio stampo, non è in grado di capirti, ci vado a parlare io!” quanti errori ho fatto?

Almeno due:

il primo è mettermi tra lei e il problema dicendo:”Ci vado a parlare io!”

il secondo è emettere un giudizio sull’insegnante e dirle”E’ un’insegnante vecchio stampo, non è in grado di capirti!”

Se mi frappongo tra il figlio e il problema, il figlio non impara a togliersi da solo le castagne dal fuoco, come si suol dire, non apprende a risolversi i problemi e questa cosa è molto dannosa, per fortuna nel mio caso, il mio intervento sull’insegnante è stato di semplice ascolto dell’insegnante, del suo punto di vista, quindi non ho “risolto il problema di Ariel” ho solo dato all’insegnante quel confronto educativo nel contesto didattico, a volte necessario per ripristinare un equilibrio di potere tra docente e discente.

Quindi attenzione: l’intenzione e il comportamento che abbiamo come genitori, può dare tanti risultati diversi, a seconda dell’emozionalità che c’è dietro.

A volte sento assumere da parte dei genitori atteggiamenti molto violenti verso il corpo docente. Se la scuola rappresenta delle forche caudine per nostro figlio, è  bene che questo passaggio se lo gestisca nel modo più adatto alla sua crescita. Ascoltiamolo in modo neutro e facciamo in modo che trovi da se le sue soluzioni.

Incoraggiarlo ad insultare un adulto che “ostacola il suo modo di essere in classe” nei tempi brevi può sembrare una soluzione. E’ facile attaccare un’istituzione scolastica che oggi si trova ad arrancare rispetto all’andamento della società, ma ci sarà sempre qualche ostacolo da affrontare, nella vita di nostro figlio e elogiarlo perchè attacca la scuola o un insegnante non è una bella mossa per il suo futuro di adulto inserito nel contesto sociale e lavorativo.

Quindi cosa è meglio fare?

Ascoltare. Ascoltare sempre.

A volte sento conversazioni di questo tipo:”Guai a chi ti dice qualcosa figlio mio, deve vedersela con me!!!” oppure:” Se ti attacca reagisci, se ti insulta, insulta anche tu!” Questo non è ascolto, è suggerire un comportamento che, come sappiamo, svuota la mente di nostro figlio dalle soluzioni che si deve allenare a trovare da se.

Dirgli che è bravo perchè ha insultato, attaccato, denigrato, preso in giro un adulto che cerca di esercitare il potere su di lui/lei non è etico e oltretutto autorizza vostro figlio a fare altrettanto con voi, quando si troverà in disaccordo con una norma che gli darete: orari di ritorno a casa, assetto della stanza ed altro.

Pensateci bene. L’ascolto attivo è la cosa migliore da fare, sempre.

 

 

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