Gioco, ergo sum

mamma

In questo articolo vedrete apparire alcune immagini dei miei pupazzi, perché si gioca a tutte le età e, io credo, quando si smette di giocare, s’invecchia di brutto.

C’è qualcosa che mi preoccupa dei bambini occidentali di oggi.

Non sanno più giocare insieme. Alle feste di compleanno ci sono gli “animatori”. Nulla da dire su questa categoria di lavoratori, ce ne sono di bravissimi, ma è proprio il concetto che il bambino sia da animare, che è preoccupante. Il bambino di suo è una forza creativa.

le volpi

Non basta dire che la società è cambiata, quello è ovvio, la questione è che  sono cambiate anche le aspettative che si hanno sui bambini che devono essere sempre più smart e più in assoluto dei compagni, Condividi il Tweet dei genitori dei nonni;  insomma  è il pacchetto di aspettative dei genitori a condizionarne l’ambiente di crescita e anche la tipologia di giochi ritenuti “convenienti” per il suo sviluppo.

Se ritorno alla mia infanzia ricordo pochi giochi ed un’immensa capacità inventiva Condividi il Tweetper tramutare un oggetto in un altro, con la fantasia. Ora i bambini sanno tante cose ma sono poco “bambini”. Sanno nuotare, cantare ballare, parlano più lingue già da piccoli ma… il gioco? Giocano nelle loro camerette piene di giochi industriali e non sanno fare i giochi di gruppo che servono per una crescita equilibrata per sentirsi parte della società umana.

principessa

Vediamo le modifiche sostanziali tra il bambino di “una volta” e quello di oggi

Bottoni, acqua e farina, acqua e terra, biglie, trottole, un gessetto  ed eravamo i padroni del mondo. Correre andare in bici, ruba bandiera, nascondino, acchiapparella erano le nostre attività fisiche.

spettacolo in piazza

Oggi vedo bambini di 10 mesi imboccati sul passeggino, mentre usano un touch screen. Condividi il Tweet  La tecnologia, sempre più facile invoglia i genitori a metter loro in mano questi dispositivi.  Non entro nel merito delle cariche elettromagnetiche, non è il mio campo, non sono un dottore. Penso solo a quanto questa facilità, attraverso il tocco, di ottenere qualcosa, poco si sposi con la “fatica” che facevamo un tempo noi bimbi, per giocare. Una fatica sana, una voglia di interagire, di giocare attraverso la costruzione di un passato comune immaginato, l’auto racconto del “Facciamo che io ero una mamma e tu un papà…”

Teo

Quella fantasia al galoppo che sviluppava relazioni, linguaggio, capacità d’interazione, di diplomazia.

I vari giochi di gruppo oggi si fanno ancora?

Vi lascio su questa riflessione e incoraggiamento: portate i vostri bimbi al parco senza giochi, stimolateli a interagire con gli altri, ricordatevi sempre come eravate voi alla loro età, non abbiate fretta di farli crescere se non attraverso il gioco creativo, usando le mani e non strumenti tecnologici che comunque useranno prima o poi.

Mettetegli vestiti comodi, che si possano sporcare, ma invitateli anche, una volta a casa alla propria igiene senza fretta,  come fosse la prosecuzione del gioco, con una filastrocca inventata insieme.

Invece di pensarlo per gli esami, che non finiscono mai, pensiamolo per i giochi, che non finiscano mai!

WIN_20141129_151822

Alla prossima

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *