Desiderare insieme

nella foto gioco con Ariel, il gioco è uno strumento di conoscenza questa è l’attinenza con l’immagine che ho scelto

Rifletto.

Sono vari mesi che ascolto conferenze online di Igor Sibaldi, leggo i libri che ha scritto.

Ieri ho Risentito una conferenza che avevo già visto. La prima volta l’avevo vista, la seconda  l’ho solo ascoltata, senza cioè vedere il video ma limitandomi ad un ascolto attento, senza farmi distrarre dalla sua capacità di farci ridere di cose di solito serie o tragiche, come il nostro assurdo modo di essere prigionieri di schemi e parole limitate.

La conferenza era proprio su “Prigioni – le Pene collettive”. La prima volta non avevo fatto caso a questa cosa, non avendo le parole giuste per definire una questione –  e più che giuste io oserei dire esatte –  ci limitiamo a prendere delle parole di uso comune, pensando di capirci meglio. Come se – e questo è il suo paragone – non avendo le tenaglie per togliere un chiodo, usassimo un cacciavite. Negli attrezzi la differenza ci appare evidente che ciò che fai con una tenaglia non puoi farlo con un cacciavite, nelle parole questo non ci salta agli occhi.

Quando studiavo PNL sapevo benissimo che una parola come “amicizia” assumeva per ciascuno, una configurazione diversa, perchè ciascuno vive l’amicizia e la costruisce insieme ai suoi amici, nel modo che più gli aggrada o, quanto meno, ci prova. La PNL evidenzia che il messaggio che io voglio far arrivare al mio interlocutore per arrivare nella sua totalità di significati presuppone varie cose: mappe del mondo simili, vissuti simili ed un significato di ciascuna parola che abbia una “traduzione interiorizzata” comune. Oppure un linguaggio sapientemente vago in cui, l’interlocutore proietti ciò che vuole intendere nelle vaghe parole dell’altro. Ma ora questo modo di comunicare non mi basta più.

Sibaldi rispetto alla PNL fa un salto indietro che però ci porta anni luce più avanti. Saltando a piè pari la PNL, che a questo punto non rinnego ma vedo un po’ come una parte del tutto che riguarda la comunicazione,  Sibaldi afferma implicitamente che per entrare nei molteplici significati di una parola è cosa buona indagarne la radice filologica, culturale, la sua nascita, l’uso che se ne faceva, perché, nella maggior parte dei casi scopriremo che, quella parola di cui viene fatto un uso che è un abuso, in realtà non somiglia per niente al senso che pensiamo di darle e, anzi, più crediamo che una parola sia una sommatoria di tante parole, più non vuol dire più nulla.

Nella conferenza prende ad esempio la parola SESSO e ci fa ragionare sul fatto che è una parola che non significa nulla. Perchè? Perchè  prima del suo abuso sostitutivo di molteplici significati, veniva utilizzato un vocabolario molto più ricco: sentimento, affetto, desiderio, piacere, AMORE. E sul piacere si sofferma ragionando su ciò che fa un albero.

Un albero sotto di sé costruisce un apparato radicale di incredibile complessità e lo fa, spinto dal piacere della ricerca. Condividi il Tweet

Anche nell’uomo il piacere deriva dalla ricerca.

E’ da ieri che ci ragiono. Non solo sul fatto che l’italiano si sta impoverendo di quella ricchezza lessicale che porta ad un abbrutimento culturale, ma anche ciò che le parole servono a descrivere, scompare con esse, rendendo il nostro mondo, ovvero la capacità di descrivere ciò che abbiamo intorno, sempre più povero di immagini ed emozioni e sempre più piccolo e claustrofobico. Al contrario, più il nostro mondo si espanderà, più avremo parole per descriverlo.

Quel che accade nella vita quotidiana è che, meno parole abbiamo per interloquire con l’altro, meno abbiamo da dirci, meno comunichiamo, più siamo isolati.

E’ ciò che accade anche nelle coppie, quando la comunicazione diventa strettamente funzionale alle necessità quotidiane e si smette di desiderare insieme. A mio avviso questo è il segnale che bisogna, come il capitano di una nave, fermare i motori e rimisurare la rotta per comprendere dove andare insieme. Condividi il Tweet Desiderare insieme.

questo il link alla conferenza di Igor Sibaldi buon ascolto e visione.

a volte capire è riscoprire

La bellezza della diversità

3 commenti su “Desiderare insieme”

  1. Bella riflessione. Bel testo Susanna.
    La comunicAzione è fondamentale. Saper comunicare, lavorare sulla comunicazione in ogni nostro rapporto crea una rete di autenticità intorno resistente agli attacchi dell’ abitudine e della superficialità. Nella disabilità saper comunicare significa dar senso ai comportamenti insensati, aiutare l’ altro ad uscire dal suo guscio. Grazie per questa condivisione

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