Ricordo l’avviso della mia ostetrica “Ora pensi al parto, ma l’impegno più grande sarà dopo!” Ci avvisò che la vita di coppia sarebbe stata veramente sconvolta da una creaturina tanto attesa. Le dinamiche di coppia vanno resettate in quanto i doveri aumentano, il carico emotivo, lo stress, la fatica delle notti a volte insonni per la crescita dei dentini, per un febbrone che ci spaventa, insomma, la mia ostetrica aveva ragione: essere genitori è un “lavoro” impegnativo dove, non si sa perchè, molti sono pronti a darti consigli senza che tu chieda. Quindi, quando vengo accolta in una casa, la prima cosa che faccio è comprendere a fondo le esigenze della famiglia, perchè il cambiamento, con una creatura in casa, è costante e continuo, mentre al contrario il bambino, ha bisogno di orari e abitudini possibilmente regolari. Senza rigidità per carità, il bambino vive quasi tutto di pancia, soprattutto nei primi mesi, quindi una discussione un po’ accesa su eventuali ritardi di una pappa, possono far più danno, emotivamente, di una fame o di un sonno ritardato. Il clima emotivo per un bambino è tutto. Sentire armonia tra i genitori è il suo bene primario, gli dà quella sicurezza di essere amato per fare di lui un essere umano saldo e sano. Essere genitori è un compito arduo, in costante equilibrio tra dare e aspettare, tra insegnare e rispondere.
Prima di diventare madre avevo letto libri, ma nessun libro ti guida nei momenti in cui, e capita, soprattutto quando da lattanti si trasformano in adolescenti, ci si sente colti di sorpresa da una richiesta, da una contestazione, da una notizia sulla evidente crescita della tua “creatura” che ti spiazza per il modo in cui viene data o per il tema trattato.
Non fai in tempo ad abituarti ad un comportamento, ad un alimento apprezzato, ad un interesse manifestato, che tuo/a figlio/a ti sorprende con l’ennesimo cambio di rotta a cui bisogna nuovamente adattarsi.
Forte della mia esperienza di madre, quando entro in casa di una famiglia, lo faccio con umiltà, per offrire un servizio, perché, anche se sono “grande” di età, nei confronti della vita siamo tutti apprendisti e solo un atteggiamento di umiltà e di ascolto, ci permette di comprenderci l’un con l’altro.
Questo è il pensiero con cui mi accosto al bambino, neonato o adolescente che sia. Perché solo l’ascolto neutro, privo di pregiudizi, mi permette di guadagnarmi la stima delle famiglie e l’affetto della piccola persona che mi viene affidata.
Credo che, quando si parla di figli, anche a fronte di molti anni di esperienza, nessuno debba mettersi in cattedra, ma è utile considerarsi dei “colleghi di lavoro” i genitori con tutto il loro amore a volte hanno sentimenti contrastanti quando si tratta di affidare i propri figli ad un'”‘estranea” , da una parte sono sollevati quando mi conoscono, dall’altra temono di perdere attimi di vita preziosi nella vita della propria creatura… li comprendo e li rispetto profondamente. A volte, per questioni di lavoro una mamma deve lasciare il proprio neonato e rientrare presto… un distacco vissuto in modo più drammatico dalla mamma che dalla creatura… cambiamenti continui dove il supporto di una persona di fiducia può rasserenare e consolare del distacco, ma dentro si potrebbe sentirsi in “colpa” perché la società vuole donne iperperfette, quando la perfezione non è di questo mondo!
Cari genitori, spero di avervi dato, con questa mia comunicazione, di mamma e di tata, qualche risorsa in più per tranquillizzarvi. L’unico metro di misura per capire se siete buoni genitori siete voi e nessun altro. Non permettete a nessuno, neppure ai nonni, di intromettersi tra voi e i vostri amati figli, l’intenzione è buona, ma il risultato potrebbe non esserlo!