Genitorialità

Il Primo Percorso per Genitori E.F. ( Efficaci e Felici)

Perché iscriversi a questo corso per Genitori E.F.  Efficaci e Felici

Quando vai al supermercato, se tuo figlio ti chiede questo e quello,  tu non riesci a dirgli no?

Ti capita di non poter andare al ristorante per i capricci che fa?

Può succedere che tuo figlio adolescente non rispetti le regole che gli dai?

Questa frase:”E’ intelligente ma non si applica!” l’hai sentita dire a proposito di tuo figlio? CONTINUA A LEGGERE

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Ascolto attivo: mi ascolti per favore?

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Visto il video?

Bene. Ti è sembrato uno scherzo? E’ possibile.

Il fatto è che ascoltare profondamente è un’arte. Ascoltare in modo neutro, senza condizionare chi ci parla ad assecondare quello che noi ci aspettiamo da lei o lui.

Ascoltare per e con il piacere di ascoltare, di comprendere in profondità cosa il nostro interlocutore ci sta dicendo. Possiamo notare il suo linguaggio del corpo, vedere le sue espressioni, se sono in sintonia con quello che ci sta dicendo o in dissonanza. Ascoltare le parole, dove si appoggia, allungando qua e là una vocale a farci intendere che quella parola è mooolto importante, tanto per fare un esempio. CONTINUA A LEGGERE

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Quando nostro figlio sbaglia, come intervenire?

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Questa video pillola va bene un po’ per tutti.

Se siamo genitori capiremo cosa non fare con i figli.

Se siamo esseri umani capiremo come essere più umani e soprattutto come gestire il feedback, in famiglia o sul lavoro.

Ipotesi 1

Un collega fa una cosa sbagliata:

  • nota prima se ci sono cose che puoi apprezzare, si chiama feedback a panino, il ripieno è la correzione di rotta, ma prima apprezza l’impegno, se c’è stato ovviamente, chiudi con la fetta di pane superiore, esrpimendo fiducia che possa migliorare su quel frangente.

Ipotesi 2

un familiare fa un errore, ad esempio si mette a lodare sperticatamente uno dei figli davanti all’altro, facendo paragoni “Giulio sa fare questo  e tu Maria ancora no, come mai?”  Prima di riproverare il familiare davanti ai figli, riflettete sull’effetto del rimprovero davanti ai bambini, anche se verrebbe d’istinto correggerlo al volo, questo creerebbe in loro maggiore confusione. Aspettate di potergliene parlare a quattr’occhi, in modo che la cosa non si ripeta. Gli esseri umani sono pezzi unici, fare paragoni è una baggianata con gli adulti, con i bambini è dannoso, perchè, come ho detto nel video, il bambino deve creare la sua immagine interiore in modo autonomo e non in base alle nostre proiezioni su di lui. CONTINUA A LEGGERE

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Dirigere dare ordini

A volte sembra così semplice.

Tu hai un problema. Io vedo la soluzione. Te la dico e stop.

Problema 1:

sei sicuro che quella sia la soluzione buona per me?

Problema 2:

come mi prospetti questa soluzione? Per caso vuoi farmi passare da imbecille?

In realtà, quando un genitore o un amico ci prospettano la soluzione sono, dato l’affetto che provano per chi ha il problema, affettivamente ed emotivamente coinvolti. L’ultima cosa che vogliono è farci sentire imbecilli. CONTINUA A LEGGERE

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Quando fa bene come e cosa dire

Sembra che prenda l’argomento un po’ alla larga, mi si permetta questa digressione, perché è indispensabile per capire perché oggi i genitori appaiono eccessivamente entusiasti dei successi dei propri figli e cosa questo eccesso di entusiasmo produce.

Va detto anche che i genitori fanno tante cose.

Come tutti coloro che fanno tante cose, alcune, è statistico, sono sbagliate.

Abbiamo già parlato dell’importanza della famiglia allargata. Se pensiamo alla famiglia contadina di 150 anni fa, l’errore del genitore, sicuramente c’era, c’era però anche l’apporto dello zio, del cugino, del nonno, c’era la tradizione del racconto di storie che mediassero la realtà, c’era del tempo condiviso. Insomma, gli stimoli erano diversificati e il bambino cresceva con una serie di riferimenti molto maggiori di quelli odierni, anche se apparentemente oggi i bambini sono iperstimolati. CONTINUA A LEGGERE

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il sonno nel neonato dai 6 ai 12 mesi

Al momento della nascita il neonato trascorre, fatto salvo eventuali problemi di salute, prematurità, sofferenze,  deficienze cerebrali o altro, la maggior parte del tempo a dormire. Man mano che cresce le ore si riducono, arrivando, intorno ai sei mesi al riconoscimento del ritmo sonno notturno, veglia diurna con uno o due riposini.

Quel che spesso accade è che i neogenitori, alle prime armi, stanchi di giornate lavorative di vario tipo, alla sera non vedano l’ora che il piccolo dorma, sia per fare cose in casa, sia per riuscire a scambiare due parole. CONTINUA A LEGGERE

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I terribili due anni: Aiuto!

Da una parte questo pensiero ci permette di offrire al neonato o al bambino piccolo, un’area di rispetto, ovvero non considerarlo come una proprietà, solo perché lo abbiamo generato, ma come un essere vivente con dei diritti propri e una sua identità personale. Dall’altra il rischio è che, dato che è mosso soprattutto da istinti e non da raziocinio, interpretiamo le sue intemperanze,  i suoi capricci, come una manifestazione della sua personalità e non come un “prendere le misure” rispetto al mondo circostante. CONTINUA A LEGGERE

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Esprimere i sentimenti

Se penso ai cambiamenti che sono avvenuti negli ultimi 50 anni, nell’ambito della comunicazione funzionale e nella consapevolezza che questa competenza sia importante, nel costruire relazioni sane, non posso che esserne felice.

Se, d’altro canto, penso  a quanto queste competenze siano scarsamente diffuse, per contro dovrei essere tutt’altro che felice, userei la parola “preoccupata” ; se non fosse che per non preoccuparsi, basta occuparsi in modo proattivo di ciò che potrebbe diventare un problema. CONTINUA A LEGGERE

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Il coraggio di Adriana una storia vera

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La prima volta che sono entrata in contatto con la disabilità ero una ragazzina. Mio padre, il Maestro Gianpistone, ricercatore nell’ambito delle Arti e dell’Arteterapia, psicanalista, mi portò ad un campeggio di Roma, dove in una roulotte vivevano Marco e Luca con i loro genitori. Marco e Luca avevano una malattia degenerativa che da bambini sani, li avrebbe portati dalla demielinizzazione degli emisferi cerebrali. Famiglia benestante di Torino che si trasferisce a Roma al volo, per inseguire il sogno di poter aiutare i propri figli. CONTINUA A LEGGERE

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Bambini frustrati e aggressivi? Aiuto!

68641089_2ee791a9aa_mMi capita sempre più spesso di vedere genitori vessati dai figli. Bambini urlanti costringono i genitori a fuggire da ristoranti, supermercati, feste pubbliche o private.

A volte addirittura vengo a sapere di bambini che alla tenera età di 12/18 mesi, già aggrediscono la mamma o il papà a morsi.

Diciamo subito che il bambino, a meno che non cresca in una famiglia aggressiva e sia percosso, non sa che percuotendo o mordendo, fa male.  Attenzione, non vi sto dicendo di picchiare o mordere, non sia mai. CONTINUA A LEGGERE

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